A distanza di 24 anni dal referendum in cui gli italiani bocciarono il nucleare in Italia, ci ritroviamo oggi all'ennesima dimostrazione di come il popolo non sia sovrano in questa finta e falsa democrazia.
Grazie però alla decisione della Corte Costituzionale potremo ribadire la nostra contrarietà a questo scempio votando un Sì al quesito sul nucleare al prossimo referendum del 12 e 13 giugno.
È bene quindi chiarire alcuni punti fondamentali sul nucleare affinché tutta la popolazione possa recarsi preparata al voto.
Le ragioni, che spinsero gli italiani, più di vent'anni fa, ad abrogare le tre proposte di legge concepite per rendere più facili e rapidi gli insediamenti energetici, sono ancora ben attuali e riguardano il problema dello smaltimento delle scorie nucleari e della disponibilità di uranio.
Non esiste, infatti, ancora oggi un posto dove stoccarle con sicurezza. A tal riguardo basti pensare allo scandalo che ha investito la Francia. Qui, a seguito della messa in onda di un servizio giornalistico, sono state rese note all’opinione le modalità adoperate per lo stoccaggio delle scorie radioattive: una “sana abitudine” ha voluto che esse venissero seppellite in posti insospettabili a danno della salute pubblica come ad esempio sotto i parcheggi, nelle fondamenta delle nuove costruzioni, sotto gli stadi, nelle munizioni utilizzate dai militari, ecc.
Noi in Italia con i nostri già pregressi problemi in merito di cattiva, per non dire pessima, gestione dei rifiuti e con il più alto tasso di criminalità organizzata che fine faremmo? Ce le ritroveremmo anche nel piatto di pasta fumante a pranzo!
In secondo luogo va considerato che al momento l'uranio estraibile ammonterebbe a circa 3,5 milioni di tonnellate, per cui, facendo presente che il nucleare copre il 6% del fabbisogno di energia nel mondo con circa 490 centrali e supponendo che da oggi a 15 anni gli impianti delle centrali nucleari possano raddoppiare, anche il fabbisogno di energia necessariamente aumenterà: avremo quindi ben il doppio delle scorie nucleari da smaltire prodotte da 1000 centrali nucleari in grado, però, di coprire appena il 7/8 % del fabbisogno energetico.
Inoltre, se in questi ultimi quattro anni il prezzo dell'uranio è cresciuto di circa 20 volte senza che ci sia stato un aumento della richiesta, immaginate di quanto ancora potrà aumentare, a discapito del tanto sbandierato risparmio in bolletta.
Senza far cenno poi al fatto che le centrali nucleari costituirebbero un ottimo obiettivo da parte delle fasce terroristiche: con una sola azione criminale otterrebbero “risultati notevoli e ripercussioni durature”.
Ci illudono con la leggenda delle cosiddette “centrali di nuova generazione”, ma se esse davvero esistessero e garantissero un tale livello di sicurezza come ci spiegheremmo il fatto che nessuna compagnia si prende l’onere di assicurarle?
Non vi sono formule che assicurino tali impianti perché, se così fosse, il costo dell'energia prodotta con il nucleare sarebbe il triplo di quello attuale.
Tengono il costo basso drogandolo.
Per non parlare dei problemi legati alla sismicità del nostro Paese. L'Aquila, l'Irpinia, Messina e quasi tutto il territorio italiano sono zone altamente sismiche.
Dalla tragedia appena accaduta in Giappone si evince che nessuno può prevedere una catastrofe. Potrebbe accadere in qualsiasi momento, tra un giorno o tra mille anni. I reattori della centrale di Fukushima stanno esplodendo uno dopo l'altro, 180.000 persone sono state evacuate in un'area di 30 chilometri. Non è detto che ritorneranno nelle loro case. Le zone contaminate, come quella intorno a Chernobyl, rimangono radioattive per migliaia di anni.
Una osservazione che i pro-nuclearisti fanno è la seguente: “noi acquistiamo energia dalla Francia che produce con il nucleare, allora perché non farlo noi e quindi renderci indipendenti?”
È bene spiegare che quella dell'energia è un commercio! Noi la acquistiamo e la vendiamo come fanno tutti, è un mercato come tutti gli altri. Quindi non c'è uno stato che acquista soltanto o che vende soltanto. Tutti acquistano e vendono.
Sapete cosa faceva l'Enel fino a poco tempo fa? Acquistava energia dalla Francia durante la notte, in quelle ore il costo era nettamente ridotto, non per immetterla in rete ma per alimentare delle pompe nel lago di Garda. Queste pompe non facevano altro che sparare l'acqua in aria creando così dalla caduta della stessa energia idroelettrica, la quale ci veniva rivenduta a un costo pari a 3 volte quello di acquisto. Queste sono le cose che gli italiani devono sapere. Siamo in mani a questa gente qui.
Se non fosse per i nostri soldi, rubati per 20 anni dalle nostre bollette (CIP6), le centrali non le costruirebbe nessuno perché hanno un bilancio in passivo, i costi necessari per costruirla e metterla in funzione sono inferiori a quelli che si guadagnerebbero dalla vendita dell'energia.
Inoltre una centrale nucleare per poter funzionare, ha bisogno di una centrale a carbone che gli fornisca energia. Quindi saremmo sempre legati anche al mercato del carbone.
A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi: ma allora la soluzione che voi proponete qual è? L'unica soluzione perseguibile è quella delle energie rinnovabili: solare, eolico, geotermico.
Le tecnologie oggi ci sono, paesi in tutto il mondo lo stanno facendo, basta copiare. Non c'è niente da inventare, bisogna solo far proprie le soluzioni applicate dagli altri paesi.
Germania, Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Paesi Bassi, ecc., tutti hanno svoltato verso le rinnovabili, gli unici che stanno andando in “leggera” controtendenza siamo sempre noi italiani.
Quindi il giorno in cui saremo chiamati alle urne per decidere il futuro energetico del nostro paese, pensiamo ai nostri figli, ai nostri nipoti. Il futuro appartiene a loro, e oggi noi con una scelta scellerata potremmo rovinarglielo per sempre: non ce lo perdoneranno mai!