In questa serie di articoli che pubblicheremo, cercheremo di spiegare come funziona, o meglio non funziona, la nostra economia.
Cercheremo di rendere chiare a tutti, anche ai meno esperti del settore, quali sono state le cause che hanno innescato questa violenta recessione manifestatasi nel 2008 e ancora in essere.
Cercheremo di spiegare che questa non è una crisi economica, come ce la vogliono presentare, ma una vera e propria emergenza sociale.
Cosa sta accadendo al mondo? O meglio, cosa sta accadendo all'umanità? Questi sono quesiti che ci sentiamo ripetere spesso dalle persone più avanti con l'età e che ricordano come vivevano loro 50 anni fa. Spesso ci sentiamo dire “Noi non avevamo niente ma eravamo più felici, la vita era più tranquilla, oggi c'è troppa frenesia”.
Vi siete mai chiesti il perché oggi la vita è più frenetica? Perché corriamo sempre più per pagare bollette, tasse, rate di mutui e per cercare di accumulare ricchezza?
Se ora qualcuno vi dicesse che tutto ciò non è frutto del caso o dell'egoismo dell'uomo, ma è un sistema che è stato creato appositamente, cosa pensereste?
“L'economia attuale” - riprendendo le parole di Pierluigi Paoletti nel suo ultimo ebook distribuito gratuitamente “L'Economia per l'Umanità” - “è costruita come un grande imbuto o un piano inclinato sul quale qualsiasi ricchezza che viene creata, inevitabilmente scivola fino a finire in un punto ben determinato.
Il sistema odierno si fonda sullo squilibrio che viene sapientemente creato e mantenuto con cura maniacale per essere sfruttato al momento giusto, per approvvigionarsi di materie prime e sfruttare manodopera a basso costo, per avere sempre una produzione a costi inferiori, conseguendo così vantaggi incolmabili e sempre maggiori rispetto agli altri attori del mercato.”
Ma entriamo più nel dettaglio cercando di spiegare come avviene tutto ciò.
Sempre dall'ebook di Paoletti si legge “Lo strumento usato per creare questi necessari squilibri è il debito infinito. Uno strumento che getta l’intera umanità, per il solo fatto di partecipare al suo gioco, dentro l’incantesimo della scarsità, facendola confrontare ogni giorno con le sue più profonde paure e fragilità, trasformando quello che potrebbe essere un paradiso in un inferno e soprattutto riducendola in schiavitù; una schiavitù moderna senza sbarre o costrizioni fisiche, ma forse per questo più dolorosa e difficilissima da smascherare.”
Il principale protagonista di questo macabro scenario è il denaro. Questo infatti non è utilizzato come mezzo per semplificare gli scambi, ma viene considerato come merce e il suo prezzo è il tasso di interesse. Ora sappiamo benissimo che una merce per avere una domanda sempre più elevata e un costo sempre più elevato, deve essere rara. Questo è proprio ciò che avviene con il denaro, il quale è reso scarso proprio per aumentarne il prezzo, ovvero il tasso di interesse.
Il debito, come ben sappiamo, richiede però sempre qualcosa in più rispetto a quanto si è avuto, se poi il denaro in circolazione è scarso ecco che noi ci troviamo sempre più in affanno per onorare i nostri debiti e ci trasformiamo in essere disumani.
Per coloro che si affacciano a questa visione per la prima volta, il panorama, che si presenta quando ci si toglie gli occhiali del sistema è desolante: la vita di ognuno è diventata una continua rincorsa per reperire con sempre più fatica la nostra dose di interessi e questo comporta una rinuncia continua a pezzi importanti del nostro essere. Niente più tempo libero, letture rigeneranti, affetti sempre più trascurati e bambini che sono diventati un lusso che crescono con estranei e apparecchiature elettroniche, tv, giochi, cuffiette ecc.; si vede l’altro come un nemico che è pronto a toglierti il denaro necessario per gli interessi e la vita è diventata una continua ed esasperante lotta per la sopravvivenza.
Tutti si devono guardare le spalle da tutti, sempre e in tutti i campi e c’è sempre meno spazio per la cultura, la poesia, l’arte e la fantasia e soprattutto l’amore.
Insomma non è un’esagerazione se diciamo che ci hanno rubato l’anima !
A questo punto qualcuno si starà chiedendo: “Ma io ora cosa posso fare?”
Ognuno si deve impegnare a costruire un nuovo modello in cui l'economia serva solo per garantire a tutte le persone ciò di cui hanno bisogno. Una economia fondata sull'uomo e non sul profitto.
In quest'ottica è nato lo SCEC (Solidarietà ChE Cammina), ovvero una riduzione di prezzo che liberamente gli associati ad Arcipelago SCEC decidono di “donarsi” reciprocamente.
Con questo meccanismo dello sconto viene arginato il drenaggio di ricchezza messo in atto dalla GDO (Grande Distribuzione Organizzata).
Fondamentale è però spostare il fabbisogno alimentare della comunità dalla GDO alle merci locali, creare una visibilità ed un sistema distributivo e soprattutto attivare quella coesione sociale fra le persone che il sistema attuale ha sistematicamente distrutto per meglio operare.
Il settore della produzione agroalimentare insieme all’artigianato è quello più interessato dal riequilibrio delle economie locali. Due settori strategici e spina dorsale di qualsiasi economia, da cui dipende molto della indipendenza di una comunità che oggi sono stati lasciati a se stessi ed in balia di un fantomatico “mercato” che non ha più regole ne confini, con il rischio concreto di estinzione.
Salvare l’artigianato, l’agricoltura e la biodiversità dei nostri territori, fra le più elevate al mondo, è salvare noi stessi, le nostre radici e le generazioni future.
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