Dopo aver spiegato le principali cause macroeconomiche che hanno portato all'attuale crisi, chiudiamo la nostra rubrica con quest'ultimo articolo in cui cercheremo di spiegare quali risvolti sociali avremo nel prossimo futuro.
“Ci aspetta una medicina molto amara. Gli italiani non si immaginano minimamente che cosa li aspetterà al ritorno dalle vacanze. Si dovrà dire basta alla Sanità tutto gratis, ai piani di prepensionamento, al costante aumento dei costi della Pubblica Amministrazione.
Ci attende un pesante ridimensionamento del welfare e la possibilità di licenziamenti nella Pubblica Amministrazione.
Poi arriverà la mazzata dell'Agenzia delle Entrate. E cioè la patrimoniale e i prelievi coatti dai depositi. Aumenterà la tassazione dei rendimenti dei fondi pensione, entro l'anno sarà reintrodotta l'ICI sulla prima casa e una super-patrimoniale sulla seconda casa, e non si esclude anche un'imposta per tassare le giacenze liquide sui conti correnti.”
Queste sono le parole di Eugenio Benetazzo, un noto economista che è riuscito a prevedere la crisi già nel 2005.
Come abbiamo capito quindi, siamo alla fine di un'epoca e questa è una cosa importante che è meglio sottolineare. La fine di un'era significa che entro breve, noi saremo coinvolti in un cambiamento di vita importante. Nel 2012 scadrà una mole di obbligazioni da rinnovare superiore circa 3 volte alla media degli ultimi anni. I Maya avevano ragione...
Ora se questo cambiamento noi lo assecondiamo e ci prepariamo, probabilmente riusciremo ad affrontarlo senza traumi.
La nostra società è strutturata in maniera sbagliata, le merci percorrono mediamente 5000 km (le nostre patate ad esempio vanno in Germania e poi ritornano), questo perché il sistema di oggi è basato su una economia che non ha più l'Uomo come punto cardine. Il sistema economico attuale sovrasta le nostre vite rendendole problematiche.
Oggi però ha raggiunto il suo limite in quanto è un sistema basato sul debito. Questo debito proviene essenzialmente dal mezzo di scambio che noi utilizziamo, ovvero dalla moneta, perché l'emissione della stessa avviene creando debito. Questo ovviamente porta al fatto che più produciamo più abbiamo bisogno di moneta, e più abbiamo bisogno di moneta più ci indebitiamo.
A un certo punto però questo gioco arriva al capolinea. Nel 2007 il debito mondiale è arrivato al suo limite strutturale ed è crollato, è stato ripreso ed oggi ha raggiunto il suo secondo limite.
Tutto ciò è voluto da un sistema che pone il profitto, e quindi la sopraffazione degli uni contro gli altri, come scopo primario e che si basa su degli squilibri: deve necessariamente trovare delle sacche nel mondo in cui produrre a basso costo e rivendere a molto di più. Tutto ciò produce le conseguenze che oggi stiamo pagando.
Ora cambiare lo stile di vita nei prossimi mesi (attenzione non parliamo di anni ma di mesi) sarà importantissimo, perché tante cose stanno cambiando: persone che perdono il lavoro, amministrazioni che vedono ridotti i proventi dallo stato, non dando più servizi alla comunità e chiedendo nuove tasse.
È arrivato il momento di cambiare registro, oppure questo sistema nel suo tracollo ci travolgerà come sta facendo in Grecia.
Bisogna cercare di recuperare il buon senso nell'economia e nelle imprese organizzando le comunità, perché se la comunità non si farà carico di quelli che sono le persone che staranno peggio sarà un grande problema nel prossimo futuro.
Quali sono quindi le misure da adottare immediatamente?
Per prima cosa abbiamo introdotto lo SCEC che è un buono locale che consente di mettere fine al drenaggio monetario che la GDO (Grande Distribuzione Organizzata) purtroppo compie. Nel senso che noi produciamo il nostro reddito sul territorio poi andiamo alla GDO che lo sparge nei quattro angoli del mondo. Si comporta praticamente come un grande aspiratore che porta via ricchezza, la quale invece deve restare sul territorio organizzando le attività. Lo SCEC consente inoltre di recuperare le attività artigianali e l'agricoltura.
Un'altra cosa importante è quella di organizzare i comuni all'efficienza energetica per la riduzione dei bilanci. Il consumo energetico è infatti uno dei maggiori costi delle amministrazioni. È calcolato che ristrutturando gli immobili rendendoli efficienti energeticamente, si metterebbero in moto 250 miliardi di euro e si creerebbe circa 1 milione di nuovi posti di lavoro.
Bisogna organizzare le comunità tramite gruppi di acquisto, ad esempio dell'energia elettrica in modo da avere dei prezzi vantaggiosi e lavorare per tagliare le dipendenze con i monopolisti, ad esempio delle telecomunicazioni. Attraverso queste azioni si viene così a sviluppare la solidarietà reciproca e si recuperano i rapporti umani.
Queste sono solo alcune misure che bisogna intraprendere subito per cambiare il sistema e rendere la vita più umana basandola sulla felicità.
Bisogna ritrovare il senso di stare insieme e di aiutarci gli uni con gli altri. In questo momento di cambiamento dobbiamo farlo e affrontare la situazione con consapevolezza e coscienza.
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