5 agosto 2011


Una casa per tutti

Continuiamo la nostra rassegna di articoli cercando di spiegare cosa ha scaturito la crisi del 2008.
Come già annunciato nel precedente articolo (“Un nuovo 1929”) l'attuale scenario economico si è presentato per una spiacevole convergenza, in termini epocali, di 4 variabili macroeconomiche distinte. Queste 4 variabili, verificatesi in momenti di mercato diversi, sono: la politica sociale degli Stati Uniti d'America, le conseguenze del WTO, la politica monetaria degli USA e gli effetti della titolarizzazione del debito. In questo articolo esamineremo le prime 2 cause, partendo da quella più lontana.



- La politica sociale degli stati uniti: La casa per tutti
Per ragioni razziali gli USA hanno una popolazione che è poco omogenea, sempre a rischio di sommosse, tumulti e profondo disagio sociale. Fin dal primo governo Reagan si era stabilito che se un individuo avesse avuto una abitazione, questo scatenava in lui 2 comportamenti sociali: quello di sentirsi ricco e quello di evitare di delinquere. Questo perché avendo una casa, un individuo può pianificare la propria vita (sposarsi, trovarsi un lavoro, ecc.).
Quella di mettere le persone in condizioni di acquistarsi una abitazione, venne così individuata come potenzialità socioeconomica. Come fece lo stato americano a far sì che ciò accadesse? Vennero create 2 agenzie federative, Fannie Mae e Freddie Mac, che si occupavano di erogare e garantire ipoteche nei confronti dell'erogazione di mutui. Lo stato quindi attraverso queste società garantiva i mutui che una banca regolarmente non avrebbe mai potuto dare.
Si è arrivato oggi al punto che circa 1 su 2 dei prestiti ipotecari rilasciati dalle banche, sono garantite da queste aziende.
Nell'estate del 2008 queste società sono state salvate dallo stato USA per due motivi principali: 1) perché altrimenti molti cittadini americani avrebbero perso la propria casa; 2) perché questi mutui americani sono in carico a circa i 3/4 del pianeta.





- Conseguenza sociali del WTO (World Trade Organization)
La crisi che stiamo vivendo parte da qui, cioè da quella scellerata manovra che appoggiarono i grandi del G7. Essa consentì al mondo intero di poter scambiare merci e servizi senza alcuni vincoli, portando a quelle spiacevoli conseguenze che abbiamo conosciuto tutti come le delocalizzazioni produttive.
Perché le delocalizzazioni hanno una diretta conseguenza con la crisi? Perché queste hanno trasferito posti di lavoro tra USA e Europa portandoli nelle due fabbriche del pianeta ovvero Cina e India. Chi occupava questi posti di lavoro, che improvvisamente sono stati polverizzati, si è dovuto reinventare la vita, trasformandosi da lavoratore a tempo indeterminato a lavoratore precario.
Con questo tipo di dinamica, nessuno può pianificare la propria vita.
Si sta interamente frantumando il tessuto socio economico. La gente è costretta a cambiare il proprio stile di vita, non potendo più risparmiare, creando così un disagio sociale legato al fatto di sentirsi inutile, di sentirsi agganciati ai genitori.
Molte coppie giovani con figli a carico, se non sono supportate economicamente dai genitori non riescono a sostenere la propria famiglia.
La possibilità di pianificare la propria vita è stato il segreto del famoso miracolo economico italiano. Infatti, il fatto che 12 milioni di persone tra pubblico e privato hanno potuto contare di un lavoro ben retribuito e certo ha permesso di risparmiare, di indebitarsi con quozienti sensati, di mandare i figli a scuola e mettere così in moto un volano che adesso si sta fermando.
Altra spiacevole conseguenza del WTO è lo sfruttamento delle popolazioni più povere, le quali producono quasi tutte le merci che oggi ci ritroviamo nei nostri negozi, costrette a lavorare a costi bassissimi e in condizioni disumane.
Il WTO però pur portando povertà, ha creato le conseguenze perché questi soggetti, anche se precari, continuassero a consumare finanziando tutti in qualsiasi modo (prestiti al consumo, leasing, ecc.) e ciò sarà la causa di un altro problema che affronteremo più avanti.
Le politiche del WTO stanno adesso investendo anche il settore alimentare, distruggendo così la provenienza e certificazione degli alimenti. Tra un po', se non già da adesso, non sapremo più cosa mangiamo.

Ci siamo limitati per adesso a descrivere le prime 2 variabili macroeconomiche, ma già lo scenario appare inquietante. Nel prossimo articolo analizzeremo le restanti 2 variabili e cercheremo di tirare qualche conclusione in merito al momento storico che purtroppo siamo costretti ad affrontare.

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