Abbiamo incontrato Tommaso Romanazzi, titolare dell'Azienda Agricola “Agriconea” di Putignano. Tommaso è l'imprenditore che portò a Polignano il latte crudo alla spina bocciato però dai polignanesi che hanno dimostrato poca sensibilità alle tematiche dell'ambiente e dell'alimentazione. In altri paesi l'iniziativa sta proseguendo.
Quello dei latticini è un mercato
sconosciuto alla gente, la quale crede sempre di comprare un prodotto
fresco, genuino e salutare, ma purtroppo non sempre è così.
Recenti sono le cronache in cui è
emerso che sono stati “sequestrati 70 kg. di mozzarelle blu da
un supermercato a Turi.” (Fonte:
http://putignanoweb.it/cronaca/1914-mozzarelle-blu-i-campioni-al-zooprofilattico-di-putignano.html)
Ma non crediate che acquistando
latticini da caseifici o da negozi di alimentari si possa stare tranquilli.
Sulle cronache abbiamo letto come “i
N.A.S. Di Bari hanno sequestrato una tonnellata di prodotti caseari
presso un noto caseificio di Putignano”, il quale aveva la
“cattiva” abitudine di effettuare “il reso dei prodotti dai
supermercati della zona e di rimpastarli poi con latte fresco per
rimetterli sul mercato. Per cui il prodotto era un misto tra scaduto
e fresco.” (Fonte:
http://putignanoweb.it/cronaca/2612-sequestro-dei-nas-per-il-riciclo-di-prodotti-scaduti.html)
Un'altra scarsa lezione di moralità
l'abbiamo avuta da un caseificio a Noci, in cui “il Nucleo
antisofisticazione dei carabinieri ha sequestrato 60 tonnellate di
cagliata conservate in celle frigorifere e prive di etichettatura.
Tale cagliata avrebbe consentito di produrre circa 90 tonnellate di
mozzarelle con una procedura più rapida e molto meno costosa di
quella tradizionale. Sarebbe stato infatti sufficiente immergere la
cagliata congelata in acqua bollente per procedere alla filatura,
mentre nel procedimento classico la cagliata, mescolata ai fermenti
lattici, viene lasciata riposare per tre-quattro ore prima della
lavorazione.” (Fonte:
http://www.baritoday.it/cronaca/noci-sequestro-caseificio-11-maggio-2011.html)
Insomma decidere di comprare i
latticini da caseifici o negozi di alimentari non è di per sé
garanzia di qualità. Abbiamo il diritto di conoscere la filiera
completa della lavorazione del latte. In mancanza di una legge che
obblighi a specificare sul prodotto tale filiera, è compito nostro
chiedere ai punti vendita informazioni approfondite sul prodotto,
compresa la destinazione dell'invenduto.
Uno dei punti di forza dei piccoli
esercizi può essere sicuramente la qualità e la filiera corta,
almeno per la maggior parte dei prodotti, perché a parità di
qualità, appunto, il consumatore sceglie certamente e giustamente il
prezzo più basso.
Per uscire dalla crisi certamente non
bisogna scimmiottare gli ipermercati, ma trovare prodotti di
qualità sul territorio, spiegando ai consumatori le differenze dal
prodotto della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) a quello
delle piccole aziende del nostro territorio, sempre che ci
garantiscano qualità, dichiarino la filiera e
siano disponibili ad accogliere visitatori.
P.S. = Se volete rendervi conto di cosa
rischiamo di introdurre nel nostro organismo, date uno sguardo a
questo servizio di “Striscia la Notizia”.
Vi ricordiamo che maltrattare gli
animali è un reato severamente punito dalla legge, inoltre, le carni
di animali maltrattati e stressati contengono tossine che danneggiano
il nostro organismo. Per non parlare del senso di ripulsa che ci
prende nel vedere quelle immagini.