Abbiamo intervistato il Dott. Vito Pellegrini, geologo polignanese, in merito alla situazione geologica del territorio di Polignano a Mare, al fine di evidenziarne le criticità.
Le ultime catastrofi in che misura sono ascrivibili all'azione dell'uomo, e in che misura sono esclusivamente fenomeni naturali?
Negli ultimi 10 anni (almeno), a fronte di un totale di piogge annue praticamente costante, si registra un intensificarsi delle precipitazioni con tendenza degli eventi a concentrarsi in brevi intervalli di tempo con altezze di pioggia maggiori; in pratica, il tutto si traduce in un aumento del volume d’acqua meteorica che la rete idrica deve drenare durante e dopo gli acquazzoni.
In molti casi, comunque, gli eventi piovosi non presentano un carattere effettivamente “eccezionale”, in quanto, come viene evidenziato da adeguate analisi statistiche delle precipitazioni storiche, si tratta di condizioni meteo che ciclicamente possono interessare un territorio (ad esempio ogni 50-100-200-500 anni).
Questa considerazione dovrebbe far capire come in realtà non sia la pioggia la vera causa delle tragedie, al contrario, le motivazioni sono da ricercare nello scarso adattamento e adeguamento dell’uomo ai pericoli del territorio che occupa: mancanza di tutela del territorio e dell’uso del suolo, negligenze nella gestione dei rischi, scarsa mitigazione delle pericolosità ambientali, realizzazione di opere eccessive e/o assenza sistematica della manutenzione ordinaria, mancanza di educazione e informazione della popolazione, sono solo alcune delle cause antropiche che possono essere menzionate.
In caso di eventi simili nel territorio di Polignano, quali potrebbero essere le zone a rischio?
Sul nostro territorio le acque meteoriche sono incanalate nelle lame o drenate verso le aree depresse del terreno (doline), quindi, sono soprattutto queste zone, e in primo luogo lo sbocco a mare delle lame, a rappresentare un pericolo per la popolazione. Altre zone a rischio potrebbero essere situate a monte della ferrovia e della strada Statale, che possono fungere da sbarramento per l’acqua, mentre, nel centro abitato le zone a rischio sono indubbiamente il sottopasso di via Castellana (come del resto gli altri sottopassi presenti), l’area del parcheggio San Francesco, e di Quintavalle.
Quali altri pericoli ci potrebbero essere nel nostro territorio?
Ulteriori pericoli per il territorio di Polignano sono legati ai dissesti che interessano il litorale e le grotte marine, il cui innesco potrebbe essere appunto favorito da abbondanti precipitazioni, e in particolare, merita attenzione l’elevato rischio crolli della falesia del Centro Storico. Fortunatamente il resto del territorio è praticamente privo di fenomeni franosi, ma, al tempo stesso, è pur sempre un terreno di natura carsica quindi soggetto a crolli di cavità in ambiente terrestre; infine, non sono nemmeno da trascurare i pericoli legati all’inquinamento della falda idrica e del mare, cosi come, gli effetti non proprio positivi di alcune pratiche agricole.
In che modo il nostro territorio andrebbe sistemato per evitare disastri?
Bisognerebbe attuare una oculata gestione del territorio, sempre in accordo con le esigenze dei cittadini, che punti sia a preservare il paesaggio e l’ambiente naturale che a ridurre l’impatto negativo di eventi calamitosi sulla popolazione (ad esempio con la sottoscrizione di polizze obbligatorie prima di edificare).
Rimanendo nell’ambito della gestione dei rischi idraulici, si dovrebbe innanzitutto partire da una definizione dettagliata dei pericoli e delle zone a rischio, per poi procedere con eventuali opere di sistemazione e regimazione delle acque, quanto più possibile integrate e a minimo impatto per l’ambiente; inoltre, bisognerebbe prevedere ad un’adeguata manutenzione ordinaria del territorio, alla rimozione di ostacoli e/o possibili sbarramenti per le acque, e nei casi estremi, anche ad azioni di riduzione della vulnerabilità delle zone a rischio (per la presenza ad esempio di asili, scuole, servizi, attività produttive, ...).
In particolare, il nostro litorale attualmente presenta problemi dal punto di vista statico?
Per quanto riguarda il pericolo legato ai crolli del litorale, in primo luogo si dovrebbe agire sistemando e consolidando il Centro Storico. Al contrario, sono richiesti scarsi interventi (se non addirittura nulli) per il resto della costa alta e soprattutto non urbanizzata. Per mitigare questo specifico rischio del Centro Storico le soluzioni tecniche possono essere differenti, principalmente, si potrebbe agire con iniezioni di cemento, con dei tiranti nell’ammasso roccioso, con rinverdimenti, fino a predisporre barriere frangiflutti; ognuna di queste soluzioni rappresenta una seria alternativa, comunque, da valutare attentamente e considerando ogni possibile effetto negativo sulle varie componenti ambientali e antropiche.