Si è dovuto attendere il consiglio comunale del 20 maggio scorso per far sì che i cittadini polignanesi vedessero approvato il bilancio, solo dopo il richiamo formale del Prefetto ed l’ammonimento di scioglimento del Consiglio, ed ottenerne una dettagliata relazione. Una relazione che, però, non è arrivata dalla Giunta bensì direttamente e solamente dai Revisori dei Conti. Per il dottor Aulenta, dunque, Polignano ha un bilancio florido ed in salute ma che ha fatto emergere non poche “opacità” e “zone d’ombra” al suo interno. Soprattutto per quel che riguarda i cosiddetti “residui attivi”, ovvero crediti da incassare e non ancora incassati dal Comune, e i “residui passivi”, somme che non hanno ancora visto la conclusione del processo di spesa e somme che potrebbero essere classificate tra le somme bloccate che per il patto di stabilità non vengono svincolate a favore di imprese.
È da novembre 2012 che esprimiamo dubbi a riguardo. Ci fa piacere che i revisori, gli unici a relazionare sul Bilancio, abbiano espresso le medesime nostre perplessità.
A preoccupare, ribadiamo, sono i residui attivi e passivi: nel primo caso parliamo di 23 milioni di euro accumulati in soli quattro anni se è vero come scrivono gli stessi revisori che nel 2008 questa voce era praticamente pari a zero, perché depurata dagli ex-assessori della Giunta Bovino, Scagliusi e Pellegrini. Praticamente il Comune non ha incassato soldi che preventivava di incassare e si tratta di fitti della Provincia di Bari per l’immobile che ospita l’Istituto Alberghiero (strano il mancato sollecito nonostante i due consiglieri provinciali polignanesi che si sono succeduti), la ex gestione dei parcheggi e persino la quota spettante dell’utile della defunta Tricom (soldi su cui difficilmente il Comune incasserà vista la messa in liquidazione e le vicende processuali dei gestori). Questo vantarsi di detenere crediti, in realtà, non più esigibili ovvero incassabili ha fatto sì che decine di comuni in tutta Italia fossero dichiarati in default, solo nel 2012 ne sono stati dichiarati in dissesto 13 comuni in varie regioni di Italia”.
Per quanto riguarda i "residui passivi" la questione è differente, trattandosi anche di somme derivanti, ad esempio, da finanziamenti ricevuti da enti esterni per costruire l'asilo nido, e che rimangono lì sospesi se non si conclude il processo di spesa (accertamenti dei lavori, stato dei lavori, rendicontazione all'ente finanziatore). Una cifra che sembra essere pari a 32 milioni di euro. Solamente dopo la relazione dei revisori che il nostro Paese ha un elevato livello di indebitamento, ma non sappiamo quali siano i dettagli delle spese e dei crediti perché continuano a mancare gli allegati alla determina del settore finanza dell’11 aprile scorso come non ci sono nella delibera di giunta che approva il rendiconto lo scorso 12 aprile. Una mancata trasparenza, che rappresenta un illecito, su cui ci battiamo da tempo immemore.
Vien da porsi la domanda, però, se dopo il dibattito del consiglio comunale di lunedì, il Comune di Polignano stia in piedi oppure no. I residui attivi e passivi rappresentano solamente 2 dei 10 parametri di bilancio da rispettare in base al decreto legge approvato a febbraio scorso: se Polignano ne sfora 5, per decreto si inizia a parlare di “comune in default”, ovvero in fallimento. Se gli stessi revisori dei conti, nella loro conclusione, propongono di istituire un fondo per la svalutazione di questi crediti inesigibili e per coprire i debiti fuori bilancio significa che i nostri avvertimenti all’Amministrazione Vitto datati novembre 2012 erano corretti. Forse un po’ meno il loro rimanerne sordi. Parliamo, però, di un fondo che dovrebbe essere quantificato in appena 74.000 euro: come salvarsi da un’inondazione d’acqua con una tazzina da caffè, se ci fermiamo un attimo a pensare che, tra residui attivi o passivi, l’ammontare totale sembra essere pari a 55 milioni di euro. Non ci rimane che appellarci sia ai principi della trasparenza, che ci viene negata, senza disattendere di appellarci anche ai principi di sana gestione finanziaria dell'ente locale, che non la riferiamo, in questo momento, ad una gestione irregolare ma ai concetti di efficienza, efficacia ed economicità.
Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."