Una lunga storia, iniziata nel lontano 1982. Una storia che è entrata nella quotidianità e nelle vite di tutti i cittadini del sud-est barese. Una storia che ha visto alterne vicende tendenti al torbido: autorizzazioni poco cristalline che l’hanno portata dall’abusivismo alla regolarizzazione, proteste cittadine e levata di scudi di associazioni per una situazione non sostenibile a più riprese dal 1990 ad oggi, proroghe, concessioni, mancate bonifiche, ricorsi al TAR ed al Consiglio di Stato, impugnazione di delibere e atti regionali e provinciali, dubbi sui pareri di enti territoriali come Asl o Arpa, sommaria gestione amministrativa della questione a più livelli, tariffe gonfiate a dismisura a tutto svantaggio della popolazione tassata ulteriormente, sequestro penale preventivo, testimonianza diretta di un ex-operaio che ha “svuotato il sacco” (un eroe dei tempi odierni), coltivazioni innaffiate con il percolato, cavità riempite in ogni dove con ogni tipologia di rifiuti e, per finire, 11 persone tra tecnici e imprenditori iscritti al registro degli indagati per reati quali omissione di atti di ufficio, falso, frode nelle pubbliche fornite, truffa aggravata. Questa è la “Discarica Martucci” di Conversano. Questa la storia degli ultimi 30 anni di quella che un tempo era denominata “Conca d’Oro” per la fertilità delle terre dai frutti rigogliosi. Una storia che ora varca i confini della Terra di Bari e giunge a Montecitorio all’attenzione dei Ministri dell’Ambiente, della Salute e dell’Agricoltura.
“L’urlo
di dolore della nostra terra e dei miei concittadini non poteva rimanere
inascoltato dinanzi alla sordità di chi ha amministrato questo scempio negli
anni e che continua a parlare di qualche pila e qualche copertone d’auto – dichiara Giuseppe
L’Abbate, deputato del MoVimento 5 Stelle
– Ho depositato una
interrogazione scritta, controfirmata da altri 59 colleghi portavoce del
MoVimento, che si affianca al lavoro svolto sinora, e che ci auguriamo
continui a svolgere in totale autonomia e senza condizionamenti di sorta, dalla
Magistratura di Bari. Chiediamo che la megadiscarica di Martucci venga inserita
tra i siti da
bonificare di interesse nazionale, soprattutto per quel che concerne il
primo lotto chiuso nel 1996 ed il terzo lotto chiuso nel 2011 e da allora non
più competenza della Regione Puglia che
ne ha declinato pubblicamente le responsabilità, quella regione guidata
proprio da chi si vanta del termine “Ecologia” nel proprio vessillo. Chiediamo che lo
Stato si costituisca parte civile per il risarcimento del danno ambientale
sia per i reati al vaglio della Magistratura sia per l’avvelenamento comprovato
dall’utilizzo del percolato per la coltivazione dei prodotti agroalimentari sui
suoli contigui alla medesima discarica. Chiediamo di verificare gli
interventi di bonifica e ripristino ambientale e di ordinare di dare corso
agli adempimenti previsti dall’AIA per i lotti già chiusi. Chiediamo di mettere in sicurezza
i campi coltivati nelle aree interessate dallo smaltimento illegale ed
incontrollato avvenuto in passato e di tutelare la salute degli agricoltori e
dei cittadini, realizzando un dettagliato studio idrogeologico
di settore, propedeutico alla individuazione di pozzi spia per il controllo
delle falde
acquifere visti i numerosi dubbi emersi, dalla medesima indagine della
Magistratura, sul lavoro dell’Arpa e per delimitare i suoli
agricoli così da preservare l’intero comparto agricolo della zona, vero motore
dell’economia locale. Chiediamo ai Ministri di attivarsi presso l’Istituto
Superiore della Sanità, rendendone partecipe la popolazione, affinché vi siano
definite, brevi e certe tempistiche per ottenere l’aggiornamento dei dati
epidemiologici con l’obiettivo ultimo di dare avvio ad uno
studio approfondito e dettagliato sulla salute degli abitanti. Questo chiedevano
dai tempi i cittadini della Terra di Bari e questo abbiamo chiesto ai Ministri.
A noi spetta il compito di farci portavoce delle istanze della gente e di non
far calare l’attenzione, neppure nelle sedi istituzionali, su un tema così
importante e che tanto ha cambiato e purtroppo cambierà nella quotidianità e
nel futuro di tutta la popolazione del sud-est barese. Servono azioni
concrete: immediate
e risolutive. – conclude Giuseppe
L’Abbate – Non possiamo rimanere imbrigliati e condannati da coloro che,
pur sapendo, non
hanno mosso un dito e sono rimasti sordi, lustro dopo lustro, alle voci di
lamento dei cittadini. E alla denuncia di un uomo, un vero uomo, che pur
dovendo mantenere famiglia e figli, ma forse proprio per tutelare il loro
futuro, ha scelto
la parola all’omertà ed a cui è d’obbligo il ringraziamento di tutta la Terra
di Bari”.
“Sventurata la terra
che ha bisogno di eroi” ammoniva Bertolt Brecht. Per lo sventurato sud-est
barese, l’eroe si
è rivelato essere la chiave di volta per rompere un muro di gomma che perdura
dal 1982. In attesa del lavoro della Magistratura, la parola e la
conseguente auspicata azione sulla “Questione Martucci” passa ora ai Ministeri
dell’Ambiente, della Salute e dell’Agricoltura. I cittadini
attendono da decenni: all’Istituzione il doveroso responso.
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l'atto depositato alla Camera:
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Cosa
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