Nel progetto di rifacimento di piazza Moro c'è una relazione interessante dell'archeologa Dott.ssa Antonella Napolitano, che dichiara quanto segue: «[...] l'area interessata dal progetto, risulta caratterizzata da alto rischio archeologico, in quanto si riscontra la presenza di testimonianze archeologiche, [...]. Il presente documento va sottoposto all'attenzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia per i commenti e le prescrizioni del caso». Era dicembre 2012 quando questa relazione veniva stilata ed inserita nel progetto in questione. Quindi, carte alla mano, sarebbe la stessa archeologa ad indicare – in tempi non sospetti – all’Amministrazione Vitto di informare la Sovrintendenza.
Dinanzi a ciò appare incredibile riascoltare le parole della maggioranza nella conferenza stampa di fine anno in cui venivano accusati i parlamentari L’Abbate e Scagliusi, lo studioso Carlo De Luca definito “piccolo archeologo”, i quattro consiglieri comunali del centrodestra Bovino, Scagliusi, Colella e Lamanna nonché i ragazzi del gruppo M5S di Polignano.
L'Amministrazione, che si è vista bloccare i lavori per qualche giorno da parte della Soprintendenza (e poteva andare molto peggio se l'intervento fosse stato effettuato più in là nel tempo!) è stata, dunque, inadempiente perché non ha rispettato il Dl 163/2006 e l'Art. 95 del Codice Appalti che obbliga i Comuni ad inviare i progetti alle Soprintendenze. E così, ancora una volta i nostri amministratori, dopo aver dormito sulla questione elettrodotto, hanno fatto lo stesso per quanto riguarda piazza Moro, “dimenticandosi” di far vagliare il progetto alla Soprintendenza, e “dimenticandosi” di leggere la relazione archeologica prima di fare annunci propagandistici.
Allo sviluppo concreto di Polignano, forse qualcuno preferisce i tagli dei nastri.
Leggi anche: