Il notevole afflusso di turisti nell’estate agostana polignanese riapre il dibattito sulla tassa di soggiorno. Istituita con il decreto legislativo del marzo 2011, il balzello a carico di chi soggiorna nelle strutture ricettive del territorio è destinato a “finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali”. In tre anni, i Comuni che l’hanno istituito si sono mossi tra formule, modalità applicative, esenzioni tra loro molto diverse, creando una situazione a macchia di leopardo di assoluta disomogeneità, davvero poco professionale per il sistema turistico italiano. Gli stessi regolamenti approvati dalle diverse Amministrazioni variano moltissimo sia per quanto riguarda le strutture ricettive i cui ospiti vengono “tassati” e la durata del soggiorno ma anche per eventuali esenzioni dal contributo.
Questa confusione totale ha visto necessaria la creazione di un osservatorio nazionale, gestito dal centro studi Panorama Turismo di JFC, che monitora novità e modifiche in merito alla tassazione in località turisticamente rilevanti nell'intero territorio nazionale.
L’ultimo studio dell’Osservatorio Nazionale sottolinea che i turisti faticano ad accettare questa imposizione tariffaria mentre non è considerata un problema per la clientela business. Quasi un italiano su due (45,7%) terrà conto della presenza o meno della tassa al momento della prenotazione mentre solo per il 17,1% non fa differenza. Tra i tedeschi, invece, la percentuale sale al 71,4%. Gli italiani contrari a questo balzello sono addirittura il 79,6%.
Ma a risentire maggiormente della tassa di soggiorno sono gli intermediari commerciali: i tour operator, infatti, per non vedersi ridurre la propria marginalità di guadagno, escludono queste località dalla loro programmazione. Ben il 94% la reputa incomprensibile nella sua formulazione mentre il 17% ha già deciso di spostare i flussi verso località turistiche “dove non è presente tale tassa”. È lo stesso responsabile dell’Osservatorio Nazionale Massimo Feruzzi a dichiarare che “la tassa di soggiorno rappresenta indubbiamente un’azione di de-marketing per le località turistiche che hanno deciso di applicarla. La confusione è soprattutto verso i tour operator esteri che non riescono a comprendere la difficile mappatura delle località che hanno introdotto tale tassa, nonché criteri e regole di applicazione”.
Punto focale dell’accettazione, però, risulta la chiarezza della destinazione delle risorse: si chiede qualcosa di visibile, percepibile, che sia in grado di cambiare in positivo anche solo un piccolo aspetto della località e che sia comunicato con competenza ed intelligenza. Caratteristiche praticamente assenti oggi in Italia. Gli incassi vengono destinati alle attività più varie, anche di spesa corrente e non sempre in linea con le finalità turistiche.
Polignano è un paese che vive di solo turismo leisure, ovvero di piacere, dove è ancora altissima la percentuale di turisti italiani (seguiti proprio dai tedeschi) e dove non si ha la più pallida idea di cosa si potrebbe e dovrebbe fare con gli incassi derivanti dall’introduzione di tale tassa, data l’assoluta assenza di pianificazione e programmazione. Questo balzello non è la panacea di tutti i mali. I camper non rispettano i divieti? Mettiamo la tassa di soggiorno. Il paese è sporco? Ci vuole la tassa di soggiorno. Il nostro sembra un paese fuori controllo, in balia del traffico e del caos. Che il turismo lo subisce e si compiace solamente della popolarità riscossa da qualche servizio tv. Ma quello che davvero occorre è una pianificazione seria e un team di esperti che si occupi dello sviluppo turistico di Polignano dalla mattina alla sera. Ci rivolgiamo ancora una volta al nostro Sindaco, nonché assessore delegato al turismo: dal 1° novembre prossimo, se ci fosse una minima consapevolezza di quello che c’è da fare, dovrebbe partire la programmazione per l’Estate Polignanese 2015. Sappiamo molto bene che il primo cittadino sarà impegnatissimo in altre faccende, quindi, gli chiediamo ancora una volta e per il bene di tutti, di lasciare la delega al turismo mettendola nelle mani di qualcuno che abbia il tempo e le competenze per cominciare finalmente a tracciare le basi di una programmazione degna di tale nome. Quando capiremo cosa vogliamo fare da grandi e come immaginiamo la Polignano del futuro sapremo di cosa necessitiamo e se la tassa di soggiorno sarà proficua o meno ai nostri obiettivi.
Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."