Tra il 3 e il 12 giugno 2015, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (noto con l’acronimo MATTM), di concerto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), ha rilasciato ben nove autorizzazioni con esito favorevole alla Valutazione di Impatto Ambientale per la ricerca di idrocarburi lungo la costa adriatica e ionica pugliese. Queste le procedure conclusesi positivamente:
1 - “Prospezione geofisica 3D Adriatico Meridionale nell’ambito dei permessi di ricerca FR 39 NP e FR 40 NP”
2 - “Permesso di ricerca idrocarburi d66 F.R.-NP”
3 - “Permessi di prospezione d 1 B.P.-S.P. e d 1 F.P.-SP” (Polignano)
4 - “Permesso di ricerca idrocarburi d65 F.R.-N.P.”
5 - “Istanza di permesso di ricerca idrocarburi in mare denominato d60 F.R.-NP”
6 - “Istanza di permesso di ricerca idrocarburi in mare denominato d61 F.R.-NP” (Polignano)
7 - “Permesso di prospezione di idrocarburi liquidi e gassosi d 2 F.P-.PG" (Polignano)
8 - “Permesso di ricerca idrocarburi d 149 DR-NP” (Polignano)
9 - “Permesso di ricerca idrocarburi d 79 F.R.-EN”
Un vero e proprio assalto ai mari della Puglia!
Tutti e nove a firma del ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Gian Luca Galletti (UDC), sentito il suo collega Dario Franceschini (PD), del Governo di Matteo Renzi (PD). Le autorizzazioni n. 3 e n. 7 sono state concesse, rispettivamente il 3 ed il 12 giugno 2015: la prima per due zone del Mare Adriatico centrale e meridionale, con un'estensione rispettivamente di 14.128 Km2 e 16.169 Km2, separate dalle isole Tremiti. Questa autorizzazione è stata data alla Spectrum Geo Limited. La seconda riguarda una superficie immensa, pari a 1,4 milioni di ettari di mare dinanzi alle coste adriatiche pugliesi, concessa alla società Petroleum Geo-services Asia Pacific PTE Ltd. Procedura, quest’ultima, su cui l’associazione Polignano R-Evolution presentò osservazioni nel febbraio 2012: osservazioni fatte proprie dall’Amministrazione Bovino ed inviate alla Regione Puglia ed al Ministero dell’Ambiente. Il «permesso di prospezione» è un titolo non esclusivo che consente attività consistenti in rilievi geografici, geologici, geochimici e geofisici eseguiti con qualunque metodo e mezzo, escluse le perforazioni meccaniche di ogni specie, intese ad accertare la natura del sottosuolo e del sottofondo marino e viene effettuato con una campagna di prospezione geofisica con il metodo della sismica a riflessione con la tecnica dell'airgun. L'area di intervento di questo progetto è sovrapponibile anche con i restanti progetti di ricerca. Le altre autorizzazioni con esito favorevole del Ministero dell’Ambiente, invece, riguardano permessi di ricerca esclusivi. Il Comune di Polignano a Mare è interessato, in primo luogo, dall’autorizzazione n. 6 e dalla n. 8 dell’elenco precedente (rilasciate lo scorso 8 e 12 giugno) che permettono, rispettivamente, la ricerca di idrocarburi in mare a nord-est di Monopoli e Fasano, per una superficie complessiva di 711,6 kmq e, poi, in un’area ubicata ad est di Monopoli, Fasano ed Ostuni, su una superficie di 264,20 kmq. Tutti i permessi sono stati rilasciati affinché si realizzino con la tecnica dell'airgun. La notizia ha suscitato immediatamente clamore nel nostro Paese ed in tutta la Regione Puglia e si è subito manifestata la netta contrarietà dell’opinione pubblica locale in tutto il suo fragore. Anche lo stesso Sindaco di Polignano, Domenico Vitto (PD), ha espresso la propria opposizione alla scelta del Governo del suo stesso Partito Democratico, lanciando la campagna su Facebook #difendiamolabellezza no alle trivellazioni a largo della nostra costa nonché la petizione su change.org diretta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per “ritirare le autorizzazioni concesse per la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi off-shore a largo delle coste pugliesi”.
In qualità di portavoce pugliesi del Movimento 5 Stelle (alla Camera, al Senato, in Europa e con i neo-eletti consiglieri regionali) abbiamo chiesto immediatamente alla Regione Puglia, al Presidente pro-tempore Nichi Vendola (SEL) ed al neo-eletto ed in attesa di nomina Michele Emiliano (PD), e alle amministrazioni contrarie un gesto di concretezza, ricorrendo al TAR contro l’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente entro i termini stabiliti dalla legge per ognuna delle autorizzazioni.
Il Primo Cittadino di Polignano ha indetto un incontro nella sala consiliare comunale sul tema, che si terrà mercoledì 17 giugno 2015, invitando tutti i parlamentari pugliesi, i sindaci dei comuni costieri interessati e i rappresentanti della Città Metropolitana e della Regione Puglia, confidando che “ogni forma di espressione del dissenso possa avere efficacia solo in un’ottica di sinergia tra tutti gli enti e soggetti coinvolti nella difesa e valorizzazione della Regione Puglia, del suo territorio, della sua popolazione e soprattutto dei suoi beni ambientali".
Un invito che abbiamo accolto positivamente e con piacere. Nell’incontro, ribadiremo ciò già richiesto alla Regione Puglia: ovvero il ricorso al TAR sulle autorizzazioni. Faremo fronte comune con tutti coloro che dimostreranno – CON I FATTI – di volersi opporre a questi permessi di ricerca di idrocarburi, andando oltre qualsiasi incoerenza che, purtroppo e troppo spesso, i politici locali (e non) hanno dimostrato nel tempo.
Faremo fronte comune, nonostante lo scorso anno siamo rimasti soli nel manifestare tutta la nostra opposizione alle richieste di trivellazioni a largo delle coste pugliesi ed anche al primo appuntamento del nostro tour no-triv “Giù le mani dal nostro mare”, tenutosi a Monopoli (BA), non abbiamo purtroppo notato la partecipazione di tutti quei politici polignanesi che ora si dichiarano contrari. Ma non c’è problema, sappiamo perfettamente che vi sono differenti modi di fare politica: c’è chi si mantiene coerente e, quotidianamente, cerca di fare informazione tra la cittadinanza non abbassando mai la guardia e chi, invece, preferisce piuttosto ripulirsi la coscienza a giochi fatti.
Ritenevamo e continuiamo a ritenere inammissibile che il Governo “possa immaginare di rilasciare il nulla osta alle trivellazioni per la prospezione, ricerca ed eventuale coltivazione di idrocarburi senza avere un piano energetico nazionale e senza considerare i rischi dovuti ai micidiali ‘Air Gun’ ed ai sempre possibili rischi di incidenti dovuti ai ‘Blowout’, come è avvenuto nel 2010 nel golfo del Messico. È da quando siamo in Parlamento che chiediamo un tavolo tecnico per stilare un piano energetico e per capire i reali fabbisogni del Paese”. Molti detrattori 5 Stelle, compreso purtroppo il Primo Cittadino Domenico Vitto che vede in noi non un’opportunità ma quasi degli antagonisti, continuano ad attaccarci affermando “cosa ce li abbiamo a fare due parlamentari di Polignano a Roma?!”. Beh, noi da parlamentari pugliesi cerchiamo di difendere gli interessi di tutti i cittadini della nostra amata Puglia nonché quelli di tutti gli italiani. Per questo, nell’aprile 2014, abbiamo ricordato al Sindaco Vitto della richiesta della Camera dei Deputati di audirlo in Commissione proprio sulle trivellazioni quando a Montecitorio non vi era ancora giunta alcuna comunicazione da Polignano. Il Sindaco Vitto ha raccolto l’invito e ha portato il parere positivo della sua Giunta sulla risoluzione della deputata Stella Bianchi (PD), in discussione dalle Commissioni Ambiente ed Attività Produttive, approvata il 06.08.2014 assieme alla risoluzione della deputata Claudia Mannino (M5S), proprio per rigettare le richieste in corso relative alle perforazioni off shore. Per questo, nell’autunno 2014, grazie al supporto ed alla determinazione degli Attivisti M5S di Polignano, abbiamo richiesto al Comune di approvare la mozione contro lo Sblocca Italia voluto dal Governo Renzi. Il consiglio comunale tenutosi sull’argomento trivellazioni, anche se ha preso una piega differente (ben raccontata qui), ha approvato un testo per chiedere alla Regione Puglia di fare pressioni sul Governo PD. Per questo, proprio nella conversione in legge del decreto “Sblocca Italia”, approvato con l’ennesima apposizione di fiducia da parte del premier Matteo Renzi, ci siamo opposti in tutti i modi concessici, cercando di coinvolgere gli altri parlamentari della maggioranza. Purtroppo, mentre noi votavamo contro, i deputati e senatori pugliesi (sostenuti dagli stessi politici locali ad ogni tornata elettorale) davano il proprio voto FAVOREVOLE e reputavano, dunque, di “inderogabile ed urgente interesse nazionale” promuovere la ricerca e la coltivazione di idrocarburi in terra e in mare. Tutto ciò, dimenticandosi completamente dei territori e di quei cittadini che hanno permesso loro di sedere sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama.
Una incoerenza dimostrata anche dalla Regione Puglia che, nonostante abbia manifestato la propria contrarietà alle trivellazioni, affermando che la rapida autorizzazione per la ricerca di idrocarburi nei mari pugliesi pregiudica la vocazione turistica della nostra regione, durante le due Giunte Vendola (come del resto quella guidata dal suo rivale Raffaele Fitto) hanno rilasciato nel corso degli ultimi venti anni decine di autorizzazioni favorevoli per ricerca e coltivazione di idrocarburi, d’intesa con i governi che si sono susseguiti.
Ma facciamo UN PASSO INDIETRO e cerchiamo di capire come siamo arrivati sin qui. Al contrario di quanto dichiarato dal Sindaco Vitto, le autorizzazioni rilasciate nei primi giorni di giugno dal Governo Renzi non hanno nulla a che fare con le richieste su cui, dopo nostri numerosi solleciti, lo scorso anno sono giunte le osservazioni della Giunta comunale che abbiamo accolto con piacere (dopo lo stupore di non averle viste online sul sito dedicato alla procedura perché inviate in forma cartacea. Nel 2014…). Per brevità, approfondiamo solamente una delle procedure che interessano in primo luogo le acque dinanzi la nostra Polignano, ovvero l’ “Istanza di permesso di ricerca idrocarburi in mare denominato d61 F.R.-NP” realizzata dalla Northern Petroleum Ltd. NORTHERN PETROLEUM LTD È una società di ricerca petrolifera di diritto inglese, interamente detenuta dalla Northern Petroleum Plc., quotata al mercato AIM di Londra, attiva principalmente in Inghilterra, Olanda e Italia (con sede a Londra e Roma). È già titolare di permessi di ricerca in Italia in terraferma (Longastrino, Savio, La Sacca, Punta Marina) e in mare (C.R146.NP, C.R147.NP, F.R39.NP, F.R40.NP, G.R17.NP, G.R18.NP, G.R19.NP, G.R20.NP, G.R21.NP, G.R22.NP) e ha presentato al Ministero dello Sviluppo Economico istanze per permessi di ricerca in terra (Cascina Alberto) e in mare (d 21 G.R-.NP, d 25 G.R-.NP, d 26 G.R-.NP, d 29 G.R-.NP, d 30 G.R-.NP, d 60 F.R-.NP, d 61 F.R-.NP, d 65 F.R-.NP, d 66 F.R-.NP, d 71 F.R-.NP, d 72 F.R-.NP, d 75 F.R-.NP, d 77 F.R-.NP, d 149 D.R-.NP, d 347 C.R-.NP, d 351 C.R-.NP, d 358 C.R-.EL, d 362 C.R-.NP). Un vero e proprio assalto ai territori ed ai mari della nostra Italia.
LA PROCEDURA
Il tutto è iniziato in data 08.09.2008 con una VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) positiva con prescrizioni rilasciata dal Governo Berlusconi il 14.10.2009. Al decreto DSA-DEC_2009-0001347 si è opposto il Comune di Ostuni (BR) con un ricorso al TAR della Regione Puglia. Ricorso accolto e che ha portato alla sentenza del Tribuna Amministrativo Regionale che ha bocciato il procedimento.
Non contenta, la NP è tornata alla carica il 02.11.2010 richiedendo una nuova VIA per la realizzazione di un’indagine sismica, ovvero la prima fase del programma lavori collegato al permesso di ricerca per idrocarburi in mare (pari a 733,5 kmq a nordest di Brindisi e a est di Bari). In data 05.01.2011 sono scadute le osservazioni aperte al pubblico. La Giunta della Regione Puglia ha deliberato parere negativo (n. 2079 in data 23.09.2011) mentre il Comune di Polignano ha presentato le proprie osservazioni in data 21.11.2011. Questi pareri negativi, però, riguardando solamente l’esplorazione e la coltivazione (e non la ricerca tramite l’air gun!) sono stati esaminati e controdedotti nel parere della Commissione Tecnica VIA-VAS (CTVIA) n. 1261 del 14.06.2013. Anche gli impatti cumulativi prodotti dalle indagini sismiche nelle aree limitrofe (ricordiamo che in pratica tutto l’Adriatico è sotto assedio!) sono stati respinti dai “tecnici” perché è sufficiente la “non contemporaneità” delle operazioni per non avere ripercussioni sull’ambiente e la fauna marina. Il CTVIA ha rilasciato altri due successivi pareri: n. 1571 del 18.07.2014, in cui venivano forniti chiarimenti sugli impatti cumulativi e le misure di mitigazione sulla cetofauna, e n. 1669 del 28.11.2014 che sostituiva il quadro prescrittivo del parere n. 1261 del 14.06.2013 e positivo con prescrizioni limitatamente alla sola prospezione geofisica con tecnica air gun e rilevamento sismico 2D. Si è giunti così al decreto ministeriale del 08.06.2015.
AIR GUN
In cosa consiste la tecnica “air gun” (aria compressa)? Si tratta della tecnica di gran lunga più impiegata nei rilievi sismici marini per la sua affidabilità e versatilità. Il sistema “consente di immettere energia a bassa intensità, nel maggiore rispetto del contesto ambientale possibile”, come tiene a precisare la società NP. Per generare un fronte di onde elastiche, l’air gun utilizza l’espansione nell’acqua di un volume di aria compressa. L’aria viene immessa in un camera ricavata in speciali cilindri metallici di acciaio da cui, con un sistema a comando elettromagnetico, viene liberata nell’acqua in un tempo brevissimo. L’espansione provoca l’oscillazione delle particelle dell’acqua circostante, generando un fronte di onde elastiche, che si trasmettono secondo superfici sferiche concentriche. Il tutto a danno dell’udito dei cetacei e dei delfini che fanno dell’ascolto la propria bussola nei mari (poi assistiamo ai loro “inspiegabili” spiaggiamenti) sia dei pesci, infatti si riscontra un calo del pescato nelle zone e nei periodi in cui si utilizza questa tecnica.
Una pratica che poteva divenire fuorilegge grazie alla nostra legge sugli ecoreati dove, all’art. 452-quaterdecies (Ispezioni di fondali marini) era previsto che “chiunque, per le attività di ricerca ed ispezione dei fondali marini finalizzate alla coltivazione di idrocarburi, utilizza la tecnica dell’air gun o altre tecniche esplosive è punito con la reclusione da uno a tre anni”. La nostra proposta avrebbe posto un definitivo stop alle ricerche di idrocarburi con gli air gun, vista la pena detentiva ma la maggioranza ha pensato bene di stralciarla dalla legge. Con tre emendamenti soppressivi, infatti, i deputati Carlo Sarro e Luca Squeri (FI), Vincenzo Piso e Alessandro Pagano (AP) ma, soprattutto, i baresi Stefano Dambruoso e Salvatore Matarrese (SC) hanno eliminato la possibilità di vietare la tecnica dell’air gun durante la seduta del 05.05.2015.
IN DEFINITIVA
Quella che emerge chiaramente è la volontà POLITICA di puntare sugli idrocarburi. Seppur la qualità del nostro petrolio sia pessima e nonostante studi abbiano calcolato in appena due anni il tempo del fabbisogno coperto dal prelievo di tutto il petrolio presente in mare e in terra in Italia, il Governo Renzi con lo Sblocca Italia ha segnato definitivamente la strada da percorrere, stabilendo come di “interesse nazionale” ed avocando a sé ogni decisione in merito alla ricerca e coltivazione di idrocarburi.
Come Movimento 5 Stelle abbiamo presentato, sia alla Camera sia al Senato, numerose proposte di legge per dire “stop alle trivellazioni” reputandole totalmente anacronistiche dinanzi alle prospettive energetiche che l’Europa e gli Stati più evoluti del nostro si stanno dando nonché potenzialmente dannose per l’intera nostra economia che può tranquillamente basarsi su altri settori diversi da quello estrattivo (come fa già ora!).
La Regione Puglia, assieme ad altre regioni adriatiche, nel luglio 2011 aveva presentato una proposta di legge denominata “Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi in mare”, presentata poi al Senato nel 2013 da Latorre (PD). Lo stesso Latorre, uomo di D’Alema, che però ha poi approvato lo Sblocca Italia che andava in tutt’altra direzione in confronto alla sua legge sul “Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque del mare Adriatico prospicienti la regione Puglia” e condannando la sua terra a subire la spasmodica ricerca di idrocarburi delle multinazionali del petrolio.
MA LA CROAZIA?
Molti sostengono che non ha senso continuare a vietare le ricerche di idrocarburi in Italia, quando dall’altra parte dell’Adriatico i paesi dell’ex Jugoslavia perseguono il medesimo obiettivo. Anche su questo fronte, il M5S è stato in prima linea e ha scritto un appello alla Croazia per dire stop alle trivellazioni nonché ottenendo la partecipazione dell’Italia al processo croato di “valutazione ambientale strategica” (VAS).
COSA FARE DUNQUE?
Come già richiesto in maniera unanime da tutti i portavoce 5 Stelle, l’unica occasione che ha la Puglia di rigettare il decreto ministeriale è quella di intraprendere la via di un ricorso al TAR. Inoltre, essendo queste autorizzazioni (come precisavamo in precedenza) relative solamente alla PRIMA FASE e, dunque, escludendo la realizzazione di pozzi esplorativi finalizzati alla verifica e all’accertamento dell’eventuale presenza di idrocarburi, gli Enti locali e l’intera comunità pugliese devono tenersi pronti per fronteggiare la nuova procedura VIA che la NP presenterà in futuro. L’assalto all’Adriatico, purtroppo, non ci lascerà in pace neppure in futuro quando giungerà anche il parere del Governo sull’ulteriore procedura su cui, lo scorso anno, l’Amministrazione Vitto, invitata dagli Attivisti M5S di Polignano, ha presentato osservazioni. Un vero e proprio attacco al nostro mare!
Siamo contenti di avere nuovi alleati in questa battaglia contro il Governo del Partito Democratico ma, toccata con mano l’incoerenza del suo stesso leader Matteo Renzi, ci chiediamo se anche gli esponenti locali saranno in grado di battersi strenuamente contro il ministro dell’Ambiente Galletti e contro i loro stessi rappresentanti in Parlamento che, sinora, se ne sono infischiati!
Ora, come nel 2012, siamo convinti che ben vengano risultati concreti dalle manifestazioni e dalle iniziative messe in campo: siamo i primi a sperarlo! È paradossale però che, chi ha contribuito a creare il problema, si spacci per chi vuole risolverlo. Vitto non tradisca ancora una volta i suoi cittadini: qualora il suo partito al Governo non rispetterà le richieste del suo territorio, strapperà definitivamente la sua tessera del PD?!
Intervento di Giuseppe L'Abbate nella riunione indetta dal Sindaco di Polignano a Mare (BA) Domenico Vitto sulle trivellazioni (17/06/2015) |
Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."