Grazie alla denuncia del Dott. Carlo De Luca, abbiamo appreso che nel rifacimento della molto discussa pista ciclabile su via San Vito, è stato rimosso uno dei tanti ponticelli borbonici costruiti circa 200 anni fa. È incredibile il modo in cui
vengono portati avanti i lavori pubblici a Polignano da parte dell'Amministrazione Vitto. A questo punto siamo stati costretti a richiedere i pareri sull'opera di tutti gli organi competenti. Vogliamo vedere come si è pronunciata in merito l'
Autorità di Bacino.
La strada che collega Polignano a Mola ha centinaia di ponti. Ogni dislivello del terreno è superato con un ponte, grande o piccolo che sia, proprio per far defluire le acque meteoriche. In quei tempi, un cervello ed un rispetto per l'ambiente lo avevano...
L'
incuranza della storia del nostro paese da parte dell'Amministrazione, però, si denota anche dal come è stata “trattata” la vecchia
pietra miliare dell'epoca fascista che segnava la distanza tra Polignano e Mola. Basta recarsi sul posto per vederla, infatti, sradicata e buttata lì tra le erbacce (ringraziamo sempre il Dott. De Luca per la testimonianza).
Certo che vedere
sprecato un milione e seicentomila euro per un'opera così raffazzonata fa veramente male al cuore. Un milione e seicentomila euro di
tasse di cittadini per appena due chilometri di pista ciclabile. Un milione e seicentomila mila euro per vedere la
demolizione della nostra storia e dell'ambiente.
Come più volte abbiamo cercato di
suggerire all'Amministrazione, per fare una vera pista ciclabile sarebbe bastato trasformare via San Vito a senso unico al momento dell'apertura del sottopasso di santa Caterina. Avremmo speso una cifra veramente ridicola ed in un solo colpo avremmo avuto una pista ciclabile larghissima e preservato la nostra storia. Evidentemente, le
logiche che ci sono dietro la realizzazione delle opere pubbliche sono altre, per cui ci farebbe piacere che Sindaco e consigliere delegato ai lavori pubblici Salvatore Colella ci spieghino pubblicamente quale sia la vera ratio di quest'opera.
Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."