Venerdì scorso, 12 febbraio, è scaduto il termine per presentare le osservazioni al piano urbano della mobilità (PUM), proposto dall'Ing. Berloco, su richiesta dell'Amministrazione comunale di Polignano. Innanzitutto, teniamo a premettere che il metodo non è da noi condiviso. Le osservazioni dei cittadini avrebbero dovuto rappresentare il punto di partenza nella stesura del PUM. Chiedere, in 30 giorni, e dopo soli 15 giorni dalla presentazione pubblica, di esaminare centinaia di pagine per “reagire” ad un piano già scritto, ci sembra un modo apparentemente elegante ma scarsamente convincente per parlare di “partecipazione”. Ciò nonostante, abbiamo protocollato a Palazzo di Città le nostre proposte sul Piano.
Entrando nel merito, riteniamo che il PUM non si basi su dei veri e propri rilievi dei flussi di traffico, ma si tiene conto di alcune sporadiche rilevazioni per individuare le arterie stradali più significative e le principali criticità. Sottolinea altresì, l’insufficienza degli spazi di sosta del centro rispetto alla domanda (soprattutto in alcuni periodi dell’anno): ma non ci sembra siano proposte soluzioni convincenti, anche perché “non esiste un servizio di trasporto pubblico urbano”.
BLU - 20.02.2016 |
Le misure da intraprendere dovrebbero preliminarmente individuare il soggetto finale – il residente di Polignano – con le sue necessità che il Piano deve invece cercare di soddisfare per migliorare la sua qualità di vita. A nostro avviso, e dopo la consultazione con esperti del settore, la situazione delle molte vetture parcheggiate in strada per lunghi periodi che intasano la circolazione si potrebbe migliorare individuando alcune aree sulle quali autorizzare la costruzione di box per residenti, adibiti a pertinenze di appartamenti ubicati nelle vicinanze attraverso il finanziamento di banche e privati e quindi senza oneri per il comune ma concessi con condizionalità. Consentirebbe ai cittadini di detenere un bene per migliorare la propria vivibilità (e il proprio reddito) ma anche la possibilità di contribuire a creare un effetto elastico, decongestionando le strade limitrofe. Inoltre, l’assenza di un trasporto pubblico ad orario certo impedisce ai residenti di fare a meno in ogni caso dell’automobile per gli spostamenti medi. Non si capisce, infine, come mai non sia prevista una linea di trasporto pubblico che colleghi Polignano con località San Vito. Un'azione che permetterebbe di decongestionare il centro cittadino, di offrire una location alternativa e meno caotica, di allungare l'offerta turistica del paese e, allo stesso tempo, di disincentivare l'utilizzo dell'auto per raggiungere una località che si trova a soli 5 minuti con il mezzo pubblico.
Tuttavia, la vera emergenza di Polignano è rappresentata dalla necessità di dotarsi di marciapiedi a norma e di percorsi pedonali che consentano anche ai portatori di disabilità di accedere agevolmente a tutti i locali commerciali e alle strade.
Sorprendente è l’attenzione rivolta alla mobilità ciclistica. Entrando nel merito, sembra non vi sia stato nel piano uno studio sugli effettivi bisogni dei residenti, almeno a quanto risulta dalla lettura dei testi. Insomma, sembra mancare la definizione dell’obiettivo (o peggio, non è dichiarato) e tutte le idee si concentrano per soddisfare le esigenze di migliaia, per ora ipotetici, cicloturisti. È ovvio, invece, che la bicicletta dovrebbe essere usata, come in tutti i paesi del mondo, essenzialmente ogni giorno per le esigenze quotidiane, innanzitutto per andare a scuola o in ufficio o in negozio e a fare la spesa. Il piano presentato, invece, sembra confezionato per il turismo e non per gli abitanti di Polignano.
Il decisore finale è ovviamente l’amministrazione comunale e, spesso, le determinazioni finali sono condizionate dal timore di perdere consenso, col rischio di fare scelte troppo timide e deboli perché portino risultati apprezzabili sul miglioramento della fluidità del traffico, della rapidità degli spostamenti, della vivibilità del centro urbano. Inoltre alcune mosse devono assolutamente essere contestuali e non possono prescindere dal ripristino di un sistema di trasporto collettivo (e pubblico) che sia in grado di compensare l’iniziale disagio derivante dalle inevitabili maggiori limitazioni a cui verrebbe assoggettata la mobilità motorizzata privata.
In conclusione, una Giunta lungimirante e veramente tesa agli interessi dei cittadini avrebbe coinvolto sin da principio i polignanesi, ascoltando le loro esigenze. Con questo modus operandi davvero “partecipato”, avremmo avuto un PUM più idoneo alle esigenze della nostra comunità e non un mero documento teorico che parla di buone pratiche ma poco attinenti al territorio e alle necessità dei residenti.
Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."