Polignano ha un grande quorum, ha votato il 55% degli aventi diritto. Per questo vogliamo ringraziare tutti i polignanesi che il 17 aprile, si sono recati alle urne mandando un bel segnale al governo dei petrolieri. Tutto questo, nonostante il silenzio a dir poco imbarazzante di Mister #difendiamolabellezza.
Ci rincresce constatare la latitanza dell’Amministrazione Vitto su un tema così importante per lo sviluppo del nostro paese. Il sindaco-assessore al turismo aveva promesso di fare un convegno specifico e non l’ha fatto. Non era presente neanche alla presentazione del documentario “Petrolio” (patrocinato dal Comune di Polignano!) e non ha neanche organizzato una proiezione del film stesso. Vitto per non scontentare la segreteria nazionale del PD e magari precludersi la carriera non ha avuto il coraggio neanche di tenere un comizio pubblico a favore del “SI”. Forse perché per chi ha promesso tanto e non ha mantenuto nulla è difficile andare in piazza? Noi, invece, abbiamo tenuto una agorà informativa in Piazza ed è da tre anni che cerchiamo di fare informazione con il tour “Giù le mani dal nostro mare”, che ha visto tra le tante tappe nazionali anche Polignano.
FAX - 23.04.2016 |
A livello nazionale il referendum sulla durata delle concessioni alle trivelle non ha raggiunto il quorum. Alle urne si è presentato il 32,15 per cento degli elettori, che scende al 31,18 se si tiene conto del (non) voto degli italiani residenti all’estero. In totale si tratta di 15 milioni 806.788 elettori. Tanti, nonostante la disinformazione di certa stampa e tv nazionale e l’invito di Renzi e Napolitano a non esercitare il diritto di voto: un dato che non farà dormire sonni tranquilli al Presidente del Consiglio visto che il 40% delle scorse elezioni europee, di cui tanto si vanta, al confronto “pesa” solo 11 milioni di voti. Anche in vista del referendum costituzionale confermativo (dove questa volta non sarà necessario raggiungere il quorum per renderlo efficace) Renzi rischia di perdere la sua scommessa e di andare a casa, con questi 15 milioni di voti a lui contrari. Insomma, il vento sta cambiando.
Questa battaglia è stata vinta dalle lobby del petrolio, che saranno proprietarie dei giacimenti in mare entro le 12 miglia fino a loro esaurimento e siccome smontare una piattaforma comporta dei costi enormi, emungeranno annualmente il minimo possibile per evitare l’esaurimento del giacimento stesso. Ma la “guerra” non è finita ed i comitati No-Triv ci fanno sapere che gli italiani rischiano di pagare una multa salata all’UE per via di un conflitto con la normativa europea sulla libera concorrenza. Nessun referendum, ovviamente, è inutile e ogni qualvolta i cittadini sono chiamati ad esprimersi si mette in atto la democrazia. Il Movimento 5 Stelle si batte da sempre per l’abolizione del quorum nei referendum, perché negli strumenti di democrazia diretta solo chi partecipa deve contare e decidere e perché non è giusto che il 18,82% di astenuti, con la sua assenza alle urne, decida alla fine quale debba essere la politica energetica del nostro Paese.
BLU- 23.04.2016 |
Quello del 17 aprile ci dice che più di 15 milioni di cittadini vogliono un modello di sviluppo energetico differente. Il M5S ha già un piano energetico nazionale, frutto di un anno e mezzo di lavoro con esperti e confronti, e lo ha presentato giovedì scorso alla Camera dei Deputati. Siamo pronti a dimostrare che con le tecnologie oggi disponibili è già possibile cambiare il Paese e liberarlo in pochi anni dal predominio di carbone ed inceneritori per arrivare ad un 2050 senza petrolio. “Non si può battere chi non molla mai”.
Giuseppe L’Abbate
Emanuele Scagliusi