L’Amministrazione Vitto si prepara ad istituire l’imposta di soggiorno dopo l’approvazione della relativa proposta di regolamento in Commissione Bilancio venerdì 13 ottobre. Non mancano, però, le perplessità soprattutto perché non sono stati definiti gli importi e le finalità nonché il gettito che si presume di ottenere dai turisti italiani e stranieri che soggiorneranno a Polignano in futuro.
Prima di decidere di imporre una tassa o meno, andrebbero osservate le risorse a disposizione e compresi i servizi che si vorrebbero ma che non si riesce a dare perché vi sono assenze di fondi. Ma soprattutto andrebbero tagliati gli sprechi attualmente esistenti, altrimenti parliamo di una tassa non giustificata. La bozza di regolamento discussa in Commissione Bilancio è assolutamente generica, indeterminata, non prevede nulla, neppure a cosa debbano essere destinate le risorse. Affermare di voler fare ‘servizi per il turismo’ può significare tutto come voler dire niente: le priorità di intervento vanno stabilite prima. Sembra quasi una corsa a voler accedere ad un bel gruzzoletto di risorse da poter usare a proprio piacimento proprio come accaduto con la prima Amministrazione Vitto che, cinque anni fa appena insediatasi, decise subito di aumentare la tassazione. Studi alla mano, però, rischiamo di danneggiare la nostra immagine turistica emergente ed il nostro appeal per tour operator e turisti.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - 18.10.2017 |
Gli studi dell’Osservatorio Nazionale sulla tassa di soggiorno sottolineano come i turisti faticano ad accettare questa imposizione tariffaria mentre non è considerata un problema per la clientela business. Quasi un italiano su due (45,7%) terrà conto della presenza o meno della tassa al momento della prenotazione mentre solo per il 17,1% non fa differenza. Tra i tedeschi, invece, la percentuale sale al 71,4%. Gli italiani contrari a questo balzello sono addirittura il 79,6%. Ma a risentire maggiormente della tassa di soggiorno sono gli intermediari commerciali: i tour operator, infatti, per non vedersi ridurre la propria marginalità di guadagno, escludono queste località dalla loro programmazione. Ben il 94% la reputa incomprensibile nella sua formulazione mentre il 17% ha già deciso di spostare i flussi verso località turistiche “dove non è presente tale tassa”. È lo stesso responsabile dell’Osservatorio Nazionale Massimo Feruzzi a dichiarare che “la tassa di soggiorno rappresenta indubbiamente un’azione di de-marketing per le località turistiche che hanno deciso di applicarla. La confusione è soprattutto verso i tour operator esteri che non riescono a comprendere la difficile mappatura delle località che hanno introdotto tale tassa, nonché criteri e regole di applicazione”.
FAX - 14.10.2017 |
La proposta di regolamento della imposta di soggiorno parla anche di differenze fra le tipologie di strutture ricettive ma sinora gli albergatori, che procureranno la maggior parte del gettito non sembrano essere stati coinvolti e comunque tutto viene demandato al potere dell’Amministrazione. Anche lo stesso tavolo tecnico sul turismo non prevede la presenza dell’opposizione, nonostante in campagna elettorale siamo stati gli unici a presentare un vero e proprio ‘Piano Strategico per il Turismo’. L’atteggiamento della maggioranza di centrosinistra continua ad essere di chiusura al confronto e al dialogo: tutto si decide nella stanza del Sindaco e con incontri ‘carbonari’ con operatori del settore di cui non si ha pubblicità. Senza progettazione e programmazione non si va da nessuna parte iniziassero a tagliare gli sprechi. Se un leccio della piazza Moro ci costa quattro volte il suo prezzo, è chiaro che poi serve mettere nuove tasse.
BLU - 20.10.2017 |
LA VOCE DEL PAESE - 20.10.2017 |
BLU - 01.12.2017 |
Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."