“Allora di chi sono le responsabilità? Acquedotto Pugliese?”. La risposta è lapidaria: “credo proprio di sì”. A dichiararlo l’8 dicembre scorso, su un foglio locale, è il vicesindaco Salvatore Colella in merito al dissequestro della vasca di trattamento delle acque meteoriche ovvero del cosiddetto “cubo” di Lama Monachile. Secondo Colella, a sbloccare la situazione sarebbero stati i lavori di riparazione sulla condotta fognaria in via Neapolis da parte di Aqp, responsabile delle emissioni in mare di livelli di escherichia coli oltre i limiti imposti dalla legge. Ad Aqp l’Amministrazione Vitto vorrebbe anche imputare i costi della video-ispezione costata circa 25mila euro e che ha indagato la rete fognaria a ridosso delle condotte “bianche” che scaricano al cubo. Quindi capitolo chiuso? Nient’affatto perché praticamente tutte le dichiarazioni del vicesindaco Colella (in parte ritrattate in maniera un po’ bizzarra e rocambolesca dallo stesso protagonista e dal suo intervistatore) vengono smontate, carte alla mano, da Acquedotto Pugliese interessata all’argomento da noi che abbiamo voluto vederci chiaro, data la mole di soldi che questa Amministrazione continua a spendere per un cubo che ci sembra strano sia stata l’unica alternativa valida trovata per risolvere la questione piuttosto che la ‘miglior alternativa possibile’ come dichiarò sempre Colella da consigliere delegato ai Lavori Pubblici, semplicemente perché oltre a questo mastodontico, brutto e costoso scarrafone l’Amministrazione Vitto non ebbe altre idee.
Innanzitutto Aqp precisa che non ha alcuna competenza sulla progettazione, esecuzione e gestione delle reti di fognatura bianca e sui relativi recapiti finali, ivi incluso il cubo la cui competenza è tutta in capo al Comune di Polignano. Ciò nonostante, indipendentemente dai profili di responsabilità a cui Aqp si dichiara estranea, nello spirito della più ampia collaborazione, a seguito del provvedimento di sequestro disposto dal GIP il 26 ottobre scorso, Acquedotto ha provveduto a svuotare periodicamente la vasca attraverso ditte indicate e, contestualmente, ha avviato lavori di sostituzione del tronco di fognatura nera lungo via Neapolis. Una sostituzione, conclusasi il 10 novembre, effettuata “a scopo esclusivamente precauzionale lungo l’unico tratto di potenziale interferenza tra la fognatura nera gestita da questa Società e la fognatura bianca” comunale.
Ma, nonostante la sostituzione del tronco di fognatura nera, i fenomeni infiltrativi nella fognatura bianca non sono cessati. Si è dato, pertanto, avvio ad una ulteriore campagna di ricerca perdite condotte idriche estesa anche alle derivazioni di utenza e alle reti private. Solo il 16 novembre è emerso che il contatore comunale a servizio dell’impianto irriguo di piazza Aldo Moro, posto a ridosso dell’area in esame, registrava consumi continui, abbondanti nonostante l’impianto non fosse in funzione. Il giorno seguente, durante il sopralluogo congiunto Aqp Ufficio Tecnico e Assessore ai Lavori Pubblici ovvero Salvatore Colella, è emersa una perdita nell’impianto irriguo che ha interessato il vano interrato di alloggio dei serbatoi e delle pompe che risultava completamente allagato, fino alla quota stradale. Dal momento del rilevamento del consumo anomalo all’accertamento in contradditorio col Comune (18 ore), risultava prelevata e quindi dispersa una quantità d’acqua pari a circa 66.000 litri dalla rete interna asservita al contatore comunale di piazza Moro.
In definitiva, pertanto, le indagini hanno appurato che l’acqua contaminata da escherichia coli non era quella derivante da fogna nera (che avrebbe registrato livelli molto più elevati) bensì quella urbanizzata i cui residui fanno superare la soglia prevista dalla legge. Peraltro, il cubo è vulnerabile all’accesso di animali, volatili e alle loro deiezioni, terminando con una finestra aperta nella lama, che richiederebbero interventi di pulizia e manutenzione frequenti per rimuovere il sedimento trasportato e accumulatosi durante gli eventi piovosi che può essere portato in sospensione alla pioggia successiva. Ed è per questo che l’acqua che fuoriesce dal cubo ha un colore scuro.
L’entità e la tipologia del carico inquinante veicolato dalle acque meteoriche di dilavamento delle zone urbanizzate dipendono dall’uso delle superfici dilavate, dalla frequenza ed efficacia della pulizia stradale, dalla durata del tempo secco antecedente l’evento meteorico e dalla frequenza delle manutenzioni sulle opere di fognatura bianca.
In pratica grazie all’orribile cubo avuto in regalo dall’Amministrazione Vitto abbiamo scoperto che l’impianto di irrigazione, costatoci circa 12mila euro in fase di realizzazione del rifacimento di piazza Moro, ha disperso 88.000 litri di acqua al giorno. Il danno causato alle casse comunali non è quantificabile, non conoscendo il giorno in cui ha iniziato a sperperare acqua inutilmente ma è stimabile quantomeno in 50mila euro in un anno. A questa cifra, impossibile da quantificare, si sommano i costi degli svuotamenti del cubo, della video-ispezione e della via Neapolis il cui manto oggi è nuovamente spaccato. Quindi con riferimento all'operato di Salvatore Colella a conoscenza di tutti questi avvenimenti perché vissuti in prima persona in qualità di Assessore ai Lavori Pubblici, la domanda sorge spontanea: non è competente oppure ha sottaciuto la verità? E ora, dinanzi alla verità delle carte, alla medesima domanda sulle responsabilità dell’escherichia coli in uscita dal cubo, cosa risponderebbe? Dopo il fattaccio dei lecci di piazza Moro, questa è un'ulteriore balla proveniente dall'Amministrazione Vitto, smentita carte alla mano. A questo punto o Colella si dimette o il Sindaco deve ritirargli la delega. Diversamente Vitto sarà ritenuto corresponsabile di comportamenti inadeguati o peggio ancora ingannevoli, di certo dannosi per la comunità.
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FAX - 23.12.2017 |
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BLU - 12.01.2018 |
Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."