Il primo giorno dell’entrata in vigore del nuovo orario invernale di Trenitalia è stata emblematica: la caduta di grandine mista a neve tonda graupeln ha imbiacato magicamente il territorio del sudest barese ma ha anche causato innumerevoli disagi alle tratta ferroviaria Bari-Monopoli durante tutto l’arco della giornata di lunedì 10 dicembre. Ciò non ha fatto altro che inasprire la rabbia dei pendolari, già inferociti per aver letto sulla carta i nuovi orari predisposti dalle Ferrovie.
Abbiamo raccolto le istanze dei cittadini polignanesi, analizzato e studiato cosa è cambiato rispetto al precedente orario e incaricato la nostra portavoce in consiglio regionale
Antonella Laricchia di presentare una interrogazione all’assessore ai Trasporti della Giunta Emiliano, Giovanni Giannini. Il trasporto locale, infatti, è di competenza della Regione Puglia che sottoscrive gli accordi con
Ferrovie dello Stato.
Dall’analisi del nuovo orario dei treni regionali sono emerse diverse perplessità. Soffermandoci sulla tratta Polignano-Bari, si nota immediatamente l’aumento di percorrenza media: si passa dalla media precedente di 28 minuti (min 23 – max 37) a una media di 35 minuti (min 25 – max 43), con quest’ultima calcolata su percorsi più brevi suggeriti con cambi di treno (su una tratta di appena 33 km!). In pratica, sembra di essere tornati indietro di 20 anni a quando non vi era ancora il secondo binario lungo la nostra costa Adriatica.
Se è pur vero che dalle precedenti 36 corse si è passati alle attuali 42, la percorrenza del Fasano-Bari arriva a sfiorare quasi le due ore di viaggio, con corse anche da 1h 51min (quando prima si andava dai 37 ai 50 minuti al massimo). E, pur essendoci un aumento di corse, nella fascia “mattiniera” si allarga il vuoto di corse: dalle 9:20 alle 10:53 si assiste ad un buco di oltre un’ora e mezza tra un treno e l’altro.
Personalmente riteniamo più razionale e comodo nonché utile al fine di incentivare il trasporto su rotaia e gli spostamenti dei pendolari che vi sia un treno ogni trenta minuti con una durata prestabilita di 30 minuti ma comunque certa. Quel che sicuramente accadrà e che, di fatto, è già accaduto in maniera drammatica il primo giorno dell’entrata in vigore del nuovo orario, è che i treni regionali devono attendere sul binario terzo di una qualsiasi stazione per far passare i Freccia, che siano in ritardo oppure no. Ciò sta già creando disaffezione all’uso del mezzo pubblico. I pugliesi, peraltro, risultano detenere il record per l’uso privato dell’auto, su tratti brevi, insieme alla Calabria: utilizzata 295 giorni l’anno contro una media nazionale di 283 giorni (dati Osservatorio UnipolSai sulle abitudini al volante degli italiani). Con la mancanza di un serio trasporto pubblico ciò diviene purtroppo obbligatorio. Non si comprende, del resto come si possa innalzare a livello di un hub internazionale la stazione di Torre a Mare, località assurta a snodo ferroviario in grado di far passare ad un livello inferiore i paesi di Mola di Bari e Polignano.
Pendolari e semplici cittadini ma anche tantissimi turisti raggiungono Polignano con il treno. Senza una certezza sul trasporto pubblico, però, qualsiasi utente inizia a non contemplare più gli spostamenti su rotaia e rispolvera inevitabilmente la più costosa e più inquinante autovettura privata.
Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."