2 agosto 2019


Legge per i defibrillatori in ambiente extra-ospedaliero


Con una giornata dimostrativa, il Comune di Polignano ha illustrato le modalità di utilizzo dei 4 defibrillatori consegnati dalla MG Communication nell’ambito del progetto “Cuore nostro”. I dispositivi salvavita saranno posizionati in piazza San Benedetto, nella frazione di San Vito, nel Museo Pino Pascali e nel parcheggio San Francesco. Proprio mentre l’Amministrazione illustrava alla comunità polignanese questa opportunità, alla Camera dei Deputati è stata approvata un’importante proposta di legge a prima firma Gallinella (M5S) che prevede disposizioni proprio in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extra-ospedaliero. Il provvedimento sancisce l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di dotarsi, entro il 31 dicembre 2025, presso ciascuna sede in cui siano impiegati almeno 15 dipendenti e che abbia servizi aperti al pubblico, di defibrillatori semiautomatici ed automatici esterni (DAE) e di personale formato. Si prevede che i defibrillatori installati in luoghi pubblici, come ministeri o uffici municipali, debbano essere collocati, se possibile, “in teche accessibili, 24 ore su 24, anche dall’esterno rispetto al luogo stesso e devono essere muniti di apposita segnaletica che indichi la posizione del dispositivo in maniera ben visibile e univoca, secondo la codificazione internazionale corrente”.

Sono previsti anche incentivi per le installazioni di defibrillatori in centri commerciali, condomini, alberghi e strutture aperte al pubblico. Con una modifica alla normativa vigente, si prevede che l’uso dei defibrillatori fuori dagli ospedali possa essere svolto anche da personale sanitario non medico e da parte di chi abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare. In assenza di personale sanitario o non sanitario formato, nei casi di sospetto arresto cardiaco, è comunque consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico anche a chi non sia in possesso di tali requisiti, escludendo eventuali profili di responsabilità correlati all’uso del defibrillatore e alla rianimazione cardiopolmonare intraprese per stato di necessità (ai sensi dell’articolo 54 del codice penale), nel tentativo di prestare soccorso a una vittima di sospetto arresto cardiaco. Tra l’altro, si stabilisce l’obbligo per le società sportive che utilizzano gli spazi di impianti pubblici di condividere il defibrillatore con chi utilizza gli impianti, anche durante le competizioni, gli allenamenti e le altre attività correlate, compresi trasferimenti e ritiri.

Secondo i dati diffusi dal Ministero della salute in Italia circa 1 persona su 1.000 ogni anno viene colpita da arresto cardiaco e soltanto il 2% riesce a sopravvivere. Questa bassa percentuale è determinata, nella maggior parte dei casi, dal tempo di intervento dei soccorritori che, mediamente, si aggira intorno a 12-15 minuti: un tempo lunghissimo se si pensa che ogni minuto le percentuali di restare in vita si abbassano del 10%. In Italia le vittime di arresto cardiaco sono oltre 70.000 ogni anno e oltre l’80% dei decessi avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie: a casa, sul lavoro, per strada, nel tempo libero.

È indubbio che uno stile di vita sano nonché la prevenzione di alcune patologie che possono essere considerate la causa principale delle disfunzioni cardiovascolari possono contribuire ad abbassare il numero delle persone colpite ogni anno, ma è altrettanto evidente che garantire un ambiente cardio-protetto e, quindi, un intervento tempestivo in emergenza, risulti altrettanto importante”. Il testo passa ora all’esame del Senato per l’approvazione definitiva.

Comunicato permanente alla partitocrazia: "In Natura e nella Storia tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Voi siete la fine, noi siamo l'inizio, o almeno ci proviamo."